LA RIFORMA AGRARIA
Il Comune di Bolotana, guidato dal Sindaco Giovanni Maria Bussa (nella foto), acquisisce nell’estate-autunno del 1950 i 372 ettari del tancato «Sa Serra», grazie al contributo dei cittadini.
Su questo segmento conclusivo delle vicende dell’Azienda Piercy siamo in grado di offrire qualche elemento di novità assai utile per i cultori della nostra storia locale. Quel processo che poi ha dato, nel bene e nel male, un volto nuovo all’economia agricola e zootecnica della Sardegna, occorre ricordare che non ha interessato la sola Sardegna, ma coinvolto l’Italia intera e s’inscrive nel disagio economico e sociale del secondo dopoguerra – ma un discorso analogo si deve fare per il primo dopoguerra, anche per sottolineare che quell’evento ha profonde radici nella nostra storia. Quell’evento s’inscrive, dicevamo, nella fame di terra da parte dei contadini senza terra e dei pastori senza pascoli. Una vicenda, dunque, che fa parte della storia nazionale e ha una precisa denominazione: la RIFORMA AGRARIA – ma è più corretto dire la RIFORMA FONDIARIA – avviata con i decreti a firma dei Ministri dell’Agricoltura Fausto Gullo, Antonio Segni e Amintore Fanfani, tra il 1944 e il 1953. Dalla Val Padana all’Italia Centrale, dal Meridione alla Sicilia e alla Sardegna, fu messo in atto un grande progetto di valorizzazione delle terre incolte, di limitazione del latifondo, di creazione della piccola proprietà contadina, di bonifica delle campagne, che fu veramente epocale.
Anche Bolotana e i centri del Marghine furono partecipi di questo importante processo di ammodernamento dell’agricoltura, prima con la protesta sociale dell’occupazione delle terre, poi con gli espropri che colpirono tanti latifondi in tutta l’Italia.
È pertanto storicamente sbagliato ricondurre ad una dimensione locale o ad una dimensione strettamente personale, familiare o comunale, questo processo di trasformazione, che fu allo stesso tempo di portata politica, economica e sociale.
Il primo passo di questo processo di trasferimento di proprietà dei terreni appartenenti all’Azienda Piercy, fu l’acquisizione da parte del Comune di Bolotana, nell’estate-autunno 1950, dei 372 ettari del tancato “Sa Serra”, grazie al contributo dei cittadini e all’impegno del sindaco di allora Giovanni Maria Bussa.
Subito dopo, nell’ottobre 1950, fu varata la cosiddetta “Legge Stralcio”, che in Sardegna affidava all’ETFAS il compito di predisporre i piani di esproprio dei terreni, piano che fu completato il 31 dicembre 1951. Nei mesi successivi avvenne l’espropriazione effettiva dei terreni, che interessò anche l’Azienda Piercy.
A questo proposito occorre sfatare un altro mito. L’esproprio dei terreni non interessò solo il Comune di Bolotana, anche se in termini di ettari espropriati e acquisiti alla mano pubblica tramite l’ETFAS, i terreni ricadenti nel territorio comunale Comune di Bolotana furono in quantità molto molto più cospicua rispetto a quelli ricadenti nel territorio degli altri Comuni.
I quattro Decreti di esproprio di terreni appartenenti all’Azienda Piercy a firma del Capo dello Stato Luigi Einaudi, controfirmati dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dal Ministro dell’Agricoltura Amintore Fanfani, recano tutti la data del 28 dicembre 1952 e interessano terreni ricadenti nel territorio dei Comuni di Macomer, Bolotana e Bortigali.
- Con il DPR N. 4153 venivano espropriati ettari 236.55.65 ubicati nel territorio di Macomer, il cui reddito dominicale era di £ 14.241,07, con indennità di esproprio calcolata in £ 5.486.141,40, «salvo sua determinazione definitiva» (cfr. G. U. N. 19 del 24.01.1953, Suppl. Ord. N. 2). Tali terreni erano tutti intestati «alla ditta Piercy Vera Norina fu Beniamino maritata Mameli».
- Con il DPR N. 4156 venivano espropriati ettari 1034.17.58 intestati, si legge nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale, «alla ditta Piercy Daphne Beatrice fu Beniamino», tutti ubicati nel territorio comunale di Bolotana, il cui reddito dominicale era di £ 53.475,11 e il prezzo di espropriazione veniva calcolato, salvo rettifica, in £ 21.661.839,90. Dunque una parte molto consistente dei possedimenti erano intestati a Daphne Beatrice Lloyd Hardwicke, sposata da Berthy in seconde nozze nel 1909, la quale, pertanto, non poteva essere «fu Beniamino», ma era figlia del defunto maggiore Hardwicke Lloyd Hardwicke.
- Con il DPR N. 4157 venivano espropriati ettari 397.36.77 ubicati nel territorio comunale di Bolotana e intestati alla ditta Piercy Vera Norina in Mameli, con reddito dominicale di £ 16.201,12 e indennità di esproprio do £ 6.312.925,05.
- Con il DPR N. 4158 venivano espropriati ettari 206.97.69 ubicati nel territorio comunale di Bortigali e intestati «alla ditta Piercy Vera Norina fu Beniamino», con reddito dominicale di £ 23.032,92 e indennità di esproprio di £ 8.276.426,50.
I terreni espropriati comprendevano diversi fabbricati rurali, una cospicua quantità di pascoli arborati, numerosi pascoli aperti, un numero minore di incolti produttivi e qualche seminativo.
In territorio di Macomer i tancati e gli appezzamenti erano ubicati nelle località di Sedda ’e Rughes, Muràine, S’Istriscia, Abba Sabrasta e Pranu Mannu.
In territorio di Bortigali i tancati erano quelli siti nelle località di Matta Lunesu, Chercu Arcàdu, Padru Mannu, S’Ena ’e Padru Mannu e Su Au de sa Donna.
In territorio di Bolotana i terreni comprendevano quelli ubicati nelle località di Antunnàles, Su Chivàrzu, Sos Cumpènsos, Bantìne Cruo, Funtana ’ona, Sos Bilighinzòsos, Su Zaramontèsu, Sos Calarìghes, Camorra, Oseddo, Prunìzza, Benàle Litos, Zuncos, Chentu Tràzzos, Santa Maria ’e Saùccu, Su Meuddìnu, Binza ’e Pranu.
La storia più recente è sufficientemente nota. L’Azienda Piercy venne in parte privatizzata e in parte acquisita alla mano pubblica dopo gli anni Ottanta del Novecento. Ed è grazie all’acquisizione da parte della mano pubblica che è possibile oggi visitare e godere di questo patrimonio naturalistico inestimabile. Sia consentito a questo proposito ricordare che l’amministratore pubblico che ebbe un ruolo determinante nell’acquisizione alla mano pubblica della Villa e del Parco di Baddesalighes fu il Presidente della Comunità Montana Marghine – Planargia Romano Benevole.
Concludendo, la storia e le vicende dell’Azienda Piercy, considerate sia nel periodo in cui fu gestita dai suoi legittimi proprietari nel corso di circa cento anni sia nel periodo in cui cospicua parte di essa fu espropriata e acquisita dalla mano pubblica, racchiudono in sé un prezioso insegnamento di cui occorre far tesoro, perché la storia, che per sua natura è “magistra”, ci insegna sempre qualcosa. Questa storia, cioè, ci insegna che il territorio va sempre visto senza soluzione di continuità, senza parcellizzazioni di mera appartenenza, e che per la sua più proficua utilizzazione esige che i singoli Comuni si sforzino di far sì che esso venga unitariamente e collettivamente gestito a vantaggio di tutte le comunità del Marghine, in primo luogo; ma, più in generale, della società nel suo complesso, senza distinzioni di campanilistica appartenenza, come patrimonio produttivo, ambientale e culturale aperto alla fruizione della comunità umana.
Luciano Carta