Motzo Bachisio R.
Bacchisio Raimondo Motzo
storico e filologo vissuto tra gli anni 1883-1970
Nato a Bolotana il 6 marzo 1883 da Giovanni e Narcisa Zolo e deceduti ben presto entrambi i genitori, “conosciuti appena per desiderarli” come scriverà dedicando alla loro memoria il volume Saggi di storia e letteratura giudeo – ellenistica (1924), Bacchisio Raimondo Motzo venne avviato alla carriera ecclesiastica per interessamento di un suo zio, parroco di Benetutti. Terminati gli studi ginnasiali, frequentò il Liceo e la Teologia a Roma, presso il Collegio Leoniano dove, insieme con gli storici del cristianesimo Ernesto Buonaiuti e Nicola Turchi, ebbe anche come compagno di studi Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII.
Ordinato sacerdote nel 1905, poco soddisfatto del bagaglio culturale ricevuto nel Seminario, tra il 1905 e il 1910 B.R. Motzo frequentò a Torino l’Università, laureandosi in Lettere classiche. Nell’ateneo torinese il Motzo fu allievo di Gaetano De Sanctis, il grande storico dell’antichità scomparso nel 1957, sotto la guida del quale, affinò la propria predisposizione agli studi filologici, nei quali eccelse per comune riconoscimento di studiosi non solo italiani.
Terminati gli studi universitari, B.R. Motzo poté dedicarsi all’attività scientifica grazie ad una borsa di studio della durata di sei anni, di cui riuscì vincitore nel 1910; poiché questa borsa gli permetteva di risiedere per motivi di studio anche all’estero, trascorse, fra il 1910 e il 1915, alquanto tempo a Berlino, dove venne a contatto con i più noti studiosi di storia dell’antichità classica, fra cui, soprattutto, il grande filologo Otto Stalin, autore di una monumentale Storia della letteratura greca. Fu sotto la guida e lo stimolo di due maestri come il De Sanctis e lo Stalin che B.R. Motzo, in questo periodo, pubblicò, negli “Atti della Reale Accademia delle Scienze” di Torino, una serie di studi storico-filologici sulla letteratura giudeo-alessandrina (periodo tra il III sec. a.C. e il II sec. d.C.), largamente apprezzati in Italia e all’estero.
Ne1 1916 sopravvenne il primo incidente, con l’autorità ecclesiastica. Studioso ormai quotato nel campo degli studi storico-critici in quel settore della letteratura giudeo-alessandrina di argornento biblico, di cui fanno parte alcuni dei cosiddetti libri deutero-canonici, come i libri di Ester, dei Maccabei e di Enoch. Il Motzo venne invitato a collaborare alla bimestrale «Rivista di scienza delle religioni», che raccoglieva intorno a sé studiosi laici ed ecclesiastici di valore, come Buonaiuti, Turchi, Fracassini, Salvatorelli, Pettazzoni, uniti dal comune interesse per lo studio scientifico del fenomeno religioso.
La rivista pero venne stroncata sul nascere; infatti, un decreto del S. Uffizio del 12 aprile 1916 condannava il periodico come “organo di propaganda modernista” e sospendeva a divinis i collaboratori ecclesiastici di essa, fra i quali era anche il Motzo.
L’incidente ebbe termine nel luglio di quell’anno con. la reintegrazione nelle mansioni sacerdotali del Motzo e degli altri tre ecclesiastici condannati, dopo che ai quattro fu richiesto il giuramento anti-modernista. Le clausole e Le riserve con cui i quattro pronunciarono questo giuramento, sembravano lasciare loro un largo margine di li- berta nello studio e neI1’interpretazione della S. Scrittura. Atti successivi dell’autorità ecclesiastica dimostrarono invece che quel margine di liberta non era consentito. Il S. Uffizio, infatti, continuò a perseguire con misure canoniche 1’attività di studioso del Buonaiuti, proibendo alcune sue pubblicazioni. Nel settembre 1920, poi, il papa Benedetto XV, con l’enciclica Spiritus Paraclitus, riaffermava 1’assoluta verità della Bibbia nella dottrina cattolica, togliendo cosi agli studiosi di cose bibliche la possibilità di applicare anche ad esse il metodo storico-critico, come la più accreditata scienza storica esigeva. B.R. Motzo, che nel frattempo si era trasferito a Cagliari, dove insegnava all’Istituto Nautico, scrisse in quell’occasione una lunga lettera-manifesto al pontefice, nella quale spiegava i motivi del suo dissenso dalle direttive ecclesiastiche in materia di studio delle Scritture. Secondo il Motzo, imporre agli storici cattolici di ritenere come “rivelato”, e quindi privo di qualsiasi errore, il contenuto della Bibbia nella sua interezza, andando contro certe inoppugnabili conclusioni della moderna scienza storica che ritrovava anche nei testi sacri errori e inesattezze, significava ripetere, per le scienze storiche, lo stesso errore che nel Seicento la Chiesa aveva compiuto nei confronti di Galileo e della scienza fisica; egli perciò invitava il pontefice ad assumere un atteggiamento più aperto nei confronti degli studiosi cattolici delle S. Scritture o, ciò che é la stessa cosa, verso la scienza moderna. La lettera fu spedita a Benedetto XV il 24 settembre 1921.
Morto questo pontefice e succedutogli Pio XI nel febbraio 1922, peggiorando anziché dar segno di una qualche apertura le direttive ecclesiastiche in materia, il Motzo, constatata l’impossibilità di continuare i propri studi su argomenti scritturali con quella libertà che é la condizione irrinunciabile di ogni seria indagine critica, preferì dismettere l’abito ecclesiastico e ritirarsi in silenzio, Ciò egli fece nel 1924, dopo aver pubblicato fuori commercio la lattera-manifesta di cui si diceva e averla spedita al nuovo pontefice e al S. Uffizio.
Frattanto nel 1921 egli era passato ad insegnare Storia e Geografia all’Istituto Nautico di Genova. Nel dicembre 1924 B.R. Motzo risultò vincitore del concorso per la cattedra di Storia Antica presso la ricostituita Facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari, dove insegnò fino al 1953, anno in cui, a riconoscimento dei suoi meriti, venne nominato professore emerito e collocato a riposo.
Nella trentennale attività presso l’Università di Cagliari, il Motzo divenne, insieme al Loddo Canepa, ad A. Era, ad A. Solmi e a R. Ciasca, uno degli animatori del rinnovato fervore per gli studi storici sulla Sardegna. Al suo interessamento si deve la fondazione, avvenuta nel 1934 presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari, dell’Istituto per gli Studi Sardi e dell’Istituto di Scienze Geografiche. Già assiduo collaboratore dell’”Archivio Storico Sardo”, nello stesso anno 1934 dava vita alla rivista “Studi Sardi”, fungendo da guida e da maestro ad alcuni giovani studiosi, quali i proff. Alberto Boscolo, Giovanni Lilliu e Piero Meloni, che proprio in quella rivista pubblicarono i primi contributi alla storia della Sardegna: essa, infatti, funse da organo periodico degli studi che i vari Istituti di Storia della Facoltà venivano elaborando.
Ordinario di Storia Antica, il Motzo tenne temporaneamente e per incarico anche le cattedre di Storia delle Religioni, di Geografia e di Archeologia, e ricoprì la carica di preside della Facoltà dal 1939 al 1945 e nuovamente dal 1948 al 1953. Trasferitosi a Napoli nel 1954 e ivi deceduto il 14 giugno 1970, B.R. Motzo, come segno tangibile del suo attaccamento alla terra natale, ha voluto essere sepolto a Cagliari, città nella quale ha svolto la sua benemerita attività di studioso e di maestro.
Luciano Carta