Filia Mons. Giov. Maria

Posizione: VESCOVO

Luciano Carta

GIOVANNI MARIA FILIA VESCOVO DI ALGHERO

 

Nato a Bolotana il 18 dicembre 1808 da Giovanni Maria e Maria Delrio Basolu, Giovanni Maria Filia, futuro Vicario Generale dell’Archidiocesi di Cagliari e Vescovo di Alghero, fu battezzato secondo le consuetudini del tempo, il giorno seguente la nascita.

Proveniente da una famiglia discretamente agiata, conseguì la licenza ginnasiale presumibilmente presso la Scuola di Latinità del paese natale, indi fu avviato alla carriera ecclesiastica. Seguì gli studi teologici presso l’Università di Sassari e fu ordinato sacerdote attorno al 1830. Conseguito anche il dottorato in leggi, insegnò per alcuni anni nel Seminario della città turritana, divenendo stretto collaboratore di mons. Emanuele Marongio-Nurra, Vicario Capitolare e Generale dell’Archidiocesi di Sassari e rettore di quel Seminario. Nominato il Marongio­Nurra arcivescovo di Cagliari nel 1842, Giovanni M. Filia lo seguì in qualità di segretario in quella sede primaziale il 3 ottobre dello stesso anno. Da questo momento il Filia, creato canonico della cattedrale cagliaritana, fu il «fedele collaboratore» (cf. D. Filia, La Sardegna cristiana, III, Sassari 1929, p. 452) del battagliero arcivescovo Marongio-Nurra, il quale, in seguito alla sua intransigente opposizione alle leggi del governo sardo-piemontese sull’abolizione delle decime ecclesiastiche in vista del riordinamento della contribuzione prediale in Sardegna, veniva esiliato dalla propria sede il 24 settembre 1850 (cf. D. Filia, cit., p. 408 ss.). Dopo l’allontanamento del Marongio-Nurra, il peso dell’amministrazione della archidiocesi di Cagliari ricadde su mons. Giovanni Oppo, in qualità di Vicario Generale e Capitolare. In questa carica, nel corso del 1865, pochi mesi prima del rientro in diocesi del Marongio-Nurra, subentrava il Filia. Morto poco dopo mons. Marongio-Nurra (12 settembre 1866), l’archidiocesi di Cagliari rimase priva di arcivescovo per le frizioni esistenti fra il governo italiano e la Chiesa. Il caso di Cagliari non era peraltro isolato: numerosissime furono, nel decennio 1860-70, su tutto il territorio nazionale, le sedi vescovili vacanti; in Sardegna, nell’anno 1866, solo mons. Montixi di Iglesias, il noto vescovo anti infallibilista del Concilio Vaticano I, ricopriva la cattedra vescovile. In questa situazione G.M. Filia resse l’archidiocesi di Cagliari dal 1865 all’ottobre del 1871, quando, a seguito degli accordi fra il Governo italiano e la S. Sede in relazione alle sedi episcopali vacanti, veniva creato arcivescovo di Cagliari mons. Giovanni Balma, che nel 1865 era stato inviato da Pio IX in Sardegna con l’incarico di supplire, come Visitatore Apostolico, i vescovi esiliati o mancanti.

Nel concistoro del 24 novembre 1871 Pio IX preconizzava vescovo di Alghero Giovanni Maria Filia, il quale, ricevuta la consacrazione episcopale dalle mani di mons. Balma nella cattedrale di Cagliari il 4 febbraio 1872, faceva il solenne ingresso nella cattedrale di Alghero il 21 aprile. Nella cittadina catalana, dopo un decennio di ministero episcopale, moriva il 22 ottobre 1882.