SU TESTAMENTU DE SA ‘ERBEGHE

FRANCESCO ANTONIO ARE

(…) Antonio era nato e vissuto nell’ambiente agro-pastorale bolotanese e, per storia familiare, era pienamente organico a quel milieu, massimamente nell’uso della lingua per costruire comunicazione quotidiana e per elaborare immagini e metafore con piena cittadinanza nell’immaginario del mondo che lo circondava. (Nota del traduttore, Andrea Deplano)

(…) L’Autore dota la protagonista di consapevolezza, volontà e memoria. È un essere con un’intensa vita emotiva, provvisto di una propria personalità, capace di esprimere emozioni e in grado di provare sentimenti complessi come la nostalgia e l’amicizia. (Favola o racconto di vita?, Banne Sio)

 (…) Ad Antonio raccontavo spesso le mie fotografie,  (…) Disse che anche lui avrebbe voluto fare una storia scritta dove una  pecora racconta la sua vita, in soggettiva, e che poteva essere bello illustrarla con le mie foto; forse aveva già abbozzato qualcosa di Su Testamentu (…) Antonio mi ha insegnato a vedere, anche al buio, l’infotografabile. (L’arte della pecora, Massimo Golfieri)

(…) Da allora Antonio fu con noi, complice in ogni avventura, ogni progetto, ogni utopia. Grazie alla spinta affettuosa di Paolo Angeli pubblicammo e nacque il CD Proveniamo da estremi. (Antoni, Alberto Masala)

(…) …lui era un terreno fertile e avido di vita. Si gettavano i semi e tutto germogliava subito con entusiasmo e slancio. Anche un piccolo seme caduto per sbaglio poteva germinare e spuntare diventando disegno, viaggio, poesia. (Antonio, Fabiola Ledda)

Il libro è dotato di una proposta di attività didattica per comprendere il testo, per lavorare sulla lingua e la cultura sarda, per approfondire le tematiche sulla cultura ovina in Sardegna, grazie al lavoro realizzato da Andrea Deplano che puoi trovare anche in www.andriadeplano.it

I docenti interessati alla visione delle soluzioni, possono richiederle scrivendo a giovannaare@tiscali.it o ad andriadeplano@tiscali.it .


sezione didattica


RECENSIONI E CONTRIBUTI

FAVOLA O RACCONTO DI VITA?   (BANNE SIO)

Su testamentu de sa ‘erbeghe, affascinante e commovente racconto di Antonio Are, trasporta il lettore nel tradizionale mondo della pastorizia sarda. L’autore utilizza lo strumento narrativo della favola. L’Io narrante è una pecora, ormai alla fine dei suoi giorni. Questa ripercorre la propria esistenza e racconta le sue esperienze, perché siano di esempio e di monito per le sue compagne più giovani.

L’Autore dota la protagonista di consapevolezza, volontà e memoria. È un essere con un’intensa vita emotiva, provvisto di una propria personalità, capace di esprimere emozioni e in grado di provare sentimenti complessi come la nostalgia e l’amicizia. All’Io narrante l’Autore riconosce anche grande intelligenza e un forte istinto di sopravvivenza che lo portano a riconoscere i cambiamenti del clima e a scegliere cosa mangiare per nutrirsi in sicurezza.

Ma è l’istinto materno, il forte legame fra la madre e gli agnellini, il sentimento che emerge straordinariamente e fortemente nei diversi momenti del racconto di Antonio…