FRA FEDELE

LEONARDO MOTZO (Fra Fedele)

nato a Bolotana il 3 giugno 1826, morto a Benetutti il 31 marzo 1911

Colpita la comunità dalle leggi eversive nella seconda metà dell’Ottocento (il Verbale di Chiusura del Convento è datato 26 febbraio 1867), il Convento dei Cappuccini di Bolotana fu abbandonato in modo definitivo nel 1872.

L’ultimo frate ad abbandonare il convento fu fra Fedele che con il suo passaggio al Clero diocesano riprese il nome di battesimo di Leonardo Motzo Zolo, e dal 27 luglio 1873 firma i documenti come Parroco di Bolotana.

Il padre Motzo aveva un temperamento piuttosto severo e un carattere forte e duro. Si racconta infatti, che padre Motzo ebbe con una forte famiglia di Bolotana, i Sulas, allora molto benestante, un fatto molto grave, ricusò un Sulas che si era presentato come padrino al battesimo di un bambino. E poiché quello si lamentava del torto che subiva, lo scacciò addirittura di chiesa. La ricusazione al fonte battesimale di un padrino e la cacciata dalla chiesa, non si erano mai verificati prima. Comunque la notizia divenne subito di pubblico dominio e provocò una forte reazione in tutto il paese, determinando l’allontanamento da Bolotana del rev. Motzo e la sua destinazione come parroco a Benetutti dal 1° luglio del 1881.

Si trasferì nella nuova sede con una nipote, in qualità di perpetua e con il suo nipote preferito che aveva allevato come «figlio d’anima» e diretto alla vita ecclesiastica,  Bacchisio Raimondo Motzo.

Il primo atto firmato dal rettore Motzo è quello di un battesimo amministrato il 1° settembre 1881. Il 14 settembre successivo redasse l’atto di un matrimonio. Da questa data sino al 17 febbraio 1906 fu sempre lui a redigere gli atti, fatta qualche eccezione; ma in tali casi era sempre lui a darne facoltà.

Molte cose devono essere notate sull’attività amministrativa del rettore Motzo.

In una relazione fatta dal revisore diocesano Raffaele Murgia in data 27 ottobre 1897, trovato il libro in piena regola, scriveva: «Se ne loda altamente la perizia del parroco nel provvedere la parrocchia di buoni paramenti, ben fornita del necessario, ed ora si è da annoverarsi fra le prime parrocchie della diocesi. Si apprezza altresì la pulitezza, l’ordine, l’esecuzione delle funzioni e lo zelo attivissimo del parroco».

Segue, in data 10 novembre 1897, l’approvazione del vescovo monsignor Bacciu, che di proprio pugno lasciava una preziosissima lode:

«Lodo sentitamente lo zelo che ha sempre spiegato a favore della parrocchia e la generosità con cui ha voluto largheggiare per abbellire la medesima spendendo anche ex propriis. Ne ammiriamo anche l’esattezza fino allo scrupolo con cui ne pose i conti».

Il revisore ed il Vescovo accennano nei documenti al particolare zelo del rettore Motzo che si manifestava non solo nei lavori materiali, ma anche e soprattutto nell’attività volta a formare le coscienze alla vita cristiana: non trascurava le feste religiose ed in queste circostanze era solito distribuire qualcosa di buono e di utile ai ragazzi spendendo del suo e dai fondi dell’amministrazione parrocchiale; non trascurava il resto della popolazione ed organizzava missioni tenute da vari predicatori. Da questi esigeva una preparazione accurata che doveva essere comprovata da testi di prediche redatti precedentemente per iscritto.

Nei trent’anni del suo apostolato si logorò tanto che diventò quasi cieco. La morte del rettore Motzo, avvenuta il 31 marzo del 1911 venne annotata nei registri parrocchiali dal viceparroco Raffaele Cinellu: «il 31 marzo 1911 morì il sac. rettore Leonardo Motzo di Bachisio, nato a Bolotana: aveva 88 anni, ricevette tutti i sacramenti». La sua tomba con la sua effigie è situata a fianco della cappella del cimitero e reca questa iscrizione: «Qui riposa la spoglia mortale del sac. Leonardo Motzo, ma il suo spirito, davanti al trono di Dio, prega per il popolo che tanto amò, e lo benedice». E così continua: «Nato a Bolotana il 3 giugno 1828, instancabile fino all’ultimo, spese l’intera vita per la gloria di Dio, ed il bene delle anime. Parroco di Benetutti per 30 anni, morì il 31 marzo 1911. I parenti posero questa memoria affidandone al popolo la custodia».

Il popolo di Benetutti lo ricorda tuttora con gratitudine; ne venera la tomba, sempre ornata di fiori, e lo addita a chi non l’ha conosciuto come un riformatore di costumi, un attivo formatore di anime, cultore di vita liturgica, austero ed esigente nella pratica di vita cristiana.